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Nel cotonoso raplaplà di Bologna..., il tipo di quella donna dall'anima fosforica e smagliante come un metallo vetusto mi avvolgeva di un turbine di esistenza remotissima e futurissima.
- A. Savinio

lunedì 18 gennaio 2021

LA CASA GIALLA - Scheda personaggio: Tancredi

 

Tancredi è il giardiniere di Villa delle Rose, dove è succeduto al nonno, che prima di lui e per molti anni si era occupato della proprietà della Famiglia Nocenti. È un giovane ambizioso, che desidera viaggiare e spera di riuscire presto ad andarsene dal b&b per inseguire i suoi sogni. 

Nell'estratto che segue, lo vediamo alle prese con Anna, la cuoca.

***

Anna, cuoca e tuttofare di Villa delle Rose, aveva appena terminato di riassettare la cucina e si apprestava a fumarsi la prima sigaretta della giornata nel dehors, quando, con la coda dell’occhio, vide che il gatto nero di casa, un tipo smilzo dagli occhi verdi, stava entrando di soppiatto dalla porta-finestra socchiusa dietro di lei, portando un uccellino morto tra le fauci.

“Sciò, via di qua, Merlino! Smettila di portare in casa animali morti. Lo sai che il tuo padrone poi te la fa pagare. Se vivi ancora qui, è solo grazie alla signorina Angelica.”

Tancredi aggiunse:

“Prima o poi lo avvelenano, quel randagio...”

“Ma che dici? Adesso non esagerare!”

“Non sarebbe il primo gatto che fa una brutta fine, in questa famiglia...”

“Ma solo perché i giardinieri di casa si dimenticano sempre aperto il casotto degli attrezzi. Il gatto della signora Aimée morì proprio perché si mangiò il veleno per topi che stava sullo scaffale nel casotto.”

Tancredi tirò su col naso e si lisciò la barba incolta.

“Sarà... ma se non fosse per la paga, io qui non ci verrei più a lavorare. Aveva ragione mio nonno quando mi raccomandava di stare lontano dalla Villa. Prima di morire, mi ripeteva spesso di “non andare a lavorare alla 'casa del nido del cuculo’”.

“Non ci sono cuculi nella proprietà.”

“No, era una metafora... voleva dire che questa era una casa di pazzi, per via di quel film con Jack Nicholson.”

Anna si portò una mano alla bocca.

“Vuoi dire che la signora Aimée avrebbe avvelenato il suo gatto?” 

“No. Sto solo dicendo che–“

Il giovane alzò all’improvviso gli occhi verso una finestra del piano superiore. La cuoca le dava le spalle, perciò non vide quello che aveva attirato l’attenzione di Tancredi. Certo qualcosa che lo innervosì tanto da fargli spalancare gli occhi ed interrompere subito la conversazione. Afferrò dunque il rastrello che aveva appoggiato ad un albero e si dileguò, prima che Anna potesse fargli altre domande.

***

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