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Nel cotonoso raplaplà di Bologna..., il tipo di quella donna dall'anima fosforica e smagliante come un metallo vetusto mi avvolgeva di un turbine di esistenza remotissima e futurissima.
- A. Savinio

sabato 31 dicembre 2022

Dall'introduzione de "Il Gioco delle Ombre".

Questo romanzo prosegue la narrazione delle avventure dell’investigatore per caso Mae Son-Jun iniziata nel libro La Casa Gialla. Nonostante le due storie siano autoconclusive, sono tuttavia intese per essere lette in sequenza cronologica, ma se comunque fosse questo il vostro primo incontro con il protagonista, non importa. Sono certa che troverete la lettura piacevole e coinvolgente, e vi appassionerete nel risolvere insieme a Son-Jun i misteri di Hiraeth House.

La Casa Gialla e Il Gioco delle Ombre condividono una domanda centrale che si può riassumere così: “Quanto del nostro passato è destinato a definire il nostro futuro? Possiamo cambiare il Destino prescritto dal nostro passato, ereditato dalla nostra storia familiare, o vi soccomberemo senza possibilità di scelta?” Nei due libri, la stessa domanda otterrà risposte differenti. Scegliete voi quella che meglio preferite! In quanto ai titoli scelti, mentre il primo è indicativo di un luogo reale (almeno nella storia narrata), il secondo è metaforico, s’ispira a uno stato mentale originato proprio dalla precedente riflessione. Le ombre citate, in breve, esemplificano per un verso l’indeterminatezza, ma anche la minaccia rappresentata dalla parte non compresa e non elaborata di un passato doloroso subito dai protagonisti; per l’altro, il riflesso deformato della realtà sottesa a quel passato, come nella caverna di socratica memoria, una realtà che sarà svelata al lettore nel corso della lettura e che una volta portata alla luce, inevitabilmente costringerà i protagonisti, nel bene e nel male, a rimodulare le proprie vite e soprattutto la percezione della propria identità. 

I luoghi in cui ambiento le mie storie sono sempre frutto di conoscenza diretta e anche i personaggi che vi inserisco, sebbene siano frutto della mia fantasia, ricordano molto da vicino persone che fanno parte della mia cerchia di familiari e amici o persone incontrate in occasione dei miei molti viaggi. Come penso noterete leggendo i miei racconti, mi piace osservare ciò che mi circonda. Osservare è forse il mio hobby preferito e siccome lo faccio sin da piccola, ho conservato un ragguardevole archivio mentale che adesso mi torna molto utile. Come immaginerete, in alcuni personaggi troverete anche qualcosa di me, ma sono abbastanza sicura che potrete distinguere qualche tratto psicologico anche di persone di vostra conoscenza. Da brava osservatrice compulsiva, sono un’appassionata di dettagli e di enigmistica e anche in questo libro ne avrete un assaggio. Una curiosità tra tutte: il nome di Han-Ji (che suona come l’inglese Angie) deriva da due parole coreane: Han (malinconia causata dalla consapevolezza d’aver subito un’ingiustizia) e Ji (saggezza). Il significato del nome può dunque essere letto come “saggezza che deriva dal dolore provato a causa di un’ingiustizia” e, come vedrete, questa scelta non è casuale, soprattutto se avete letto anche il primo libro, di cui Han-Ji è un’eredità. Come giramondo, inoltre, non potevo non essere interessata alle culture degli altri paesi e al tema dell’incontro tra culture lontane, ecco perché il mio protagonista è un mezzosangue franco-coreano. Questo tema oggi è quanto mai attuale e mi auguro che le mie storie, nel loro piccolo, servano a stimolare qualche riflessione su come percepiamo il diverso in relazione alla nostra eredità sociale e culturale. 

Infine, un’annotazione relativa alla tipologia di gialli che amo leggere e scrivere; i miei racconti si ispirano alla Golden Age, l’età d’oro, del giallo anglo-americano, anni ‘30 o ‘40, in cui, per ovvi motivi, introduco elementi e temi moderni. Come nei gialli classici, sono curati l’approfondimento psicologico e le atmosfere dei luoghi in cui i personaggi si muovono, cosa che comporta necessariamente un certo grado di descrizione degli ambienti. Le storie sono inoltre animate da un buon numero di personaggi con una certa varietà di caratteri. Le mie storie solitamente si svelano più lentamente nei primi capitoli, con l’aperta intenzione di introdurre il lettore nel mio mondo e sollecitare una serie di domande, stimolandone la curiosità in un crescendo di tensione, senza che la narrazione degli eventi ne risulti tuttavia appesantita. Vi accorgerete infatti che il ritmo sale capitolo dopo capitolo e, se ho fatto bene il mio lavoro, dovreste sentire il bisogno di leggere tutto d’un fiato il romanzo, cosa che vi aiuterà anche a non perdere di vista gli indizi disseminati tra le pagine e a non confondere i personaggi. A questo proposito, ve ne ho comunque lasciato la lista completa a portata di mano, per una pronta consultazione in caso di bisogno. 

Concludo questa introduzione lanciandovi una sfida: provate a risolvere il caso insieme a Son-Jun. Se starete attenti, infatti, nella storia troverete già tutti gli elementi utili a formulare un’ipotesi, chi è stato e perché, e anche se non foste in grado di ricostruire interamente la meccanica degli eventi, potrete sicuramente avvicinarvi molto alla soluzione del mistero. Se starete bene attenti, s’intende e non vi farete sviare da qualche piccolo trucchetto...

Buona lettura!

 

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